Emigrazione

 

emigranti_01La sezione relativa all’emigrazione del museo storico territoriale di Alano di Piave nasce come complemento al percorso originario dedicato alle tematiche della Grande Guerra.

Poco si parla delle conseguenze nefaste dovute agli eventi bellici: la miseria della gente, la distruzione dei territori, il difficile percorso di recupero del tessuto sociale costretto a cercare altrove le forze e le energie necessarie per risollevarsi dalla tragedia.

L’emigrazione è vista come motivo consequenziale alle barbarie della guerra, pochi anni di conflitto hanno distrutto tutto ciò che una popolazione aveva creato in secoli di duro lavoro.

Prendere in mano una valigia di cartone e cercare altrove le energie necessarie per ricominciare è stata una grande sfida, un inizio di una nuova era, le basi della futura civiltà europea ormai proiettata nella globalizzazione del sistema economico e sociale del nostro pianeta.

miniera_02

L’esposizione trova il suo naturale percorso verso gli scantinati dell’ex scuola elementare di Campo, una scala angusta ci introduce verso cinque salette che riassumono in breve i punti fondamentali dell’evoluzione sociale di questa comunità.
Sulle pareti delle scale alcune foto testimoniano la distruzione del paese; macerie e ruderi, nella loro cruda realtà fissano un indelebile esempio della stupidità degli uomini trascinati dai finti valori della guerra, capace di mascherare gli interessi privati dei potenti, nel percorso di rinnovamento e consolidamento delle proprie economie.

Un audiovisivo, con poche ma mirate note musicali, ci accompagna verso la tragedia dell’emigrazione.

 

miniera_01

Nell’immediato dopoguerra alle piccole comunità rurali non rimane nulla se non l’impellente necessità di cercare altrove una sistemazione onorevole per sopravvivere. In una gigantografia ritroviamo i volti di quella gente e nelle vetrine i pochi attrezzi del loro lavoro quotidiano: gli spaccapietra, i falegnami, i muratori. Strumenti che sono stati gelosamente conservati dai figli e dai nipoti e che oggi silenziosamente testimoniano le fatiche e i sacrifici di questa popolazione dura e generosa, capace di mettere i pochi attrezzi in una valigia e cercar lavoro a migliaia di chilometri di distanza, dove altre genti, di altra cultura, di altra lingua, si rimboccavano le maniche, per uscire dal baratro della guerra. La loro fortuna furono le materie prime, le miniere di carbone che, sempre più, necessitavano consistente impiego di manodopera.
pays_noirUna nuova tragedia si prospettava per i poveri emigranti che pur di trovare un dignitoso lavoro erano disposti a morire nelle viscere della terra. A tale riguardo abbiamo ricostruito scenograficamente due realtà lavorative così come avrebbero potuto essere all’interno delle miniere di carbone. Nella sala introduttiva alle miniere ancora un audiovisivo ci introduce nelle vicende personali di questi minatori che andavano consciamente verso l’ignoto con il solo bagaglio della speranza, e il desiderio di tornare a casa con i pochi risparmi necessari per ricominciare.